La Turchia finisce sui nostri Tg per le motivazioni sbagliate. Voglio quindi raccontarvela attraverso i miei occhi, sperando di avvicinarla ai vostri cuori. Nessun portoghese è stato maltrattato per la stesura di questo racconto. Il giorno dell’assegnazione delle mete clerkship ero entrata in un’aula piena zeppa di aspiranti outgoings tenendo stretto un foglio di carta strappato alla meno peggio, come nelle migliori tradizioni di elenchi di desideri, scritti così di getto da non poter aspettare di trovare un vero taccuino. In quel foglio la Turchia era in quarta, forse quinta fila. La maggior parte dei colleghi in quell’aula non l’aveva scritta o forse l’aveva annotata in basso, giusto in un angolino, in quel posto riservato al “non si sa mai”, ma io no. Iniziare a tirare linee sui primi desideri che avevo espresso mi aveva messo tristezza, ma il mio nome non aveva tardato molto ad essere chiamato, e io e il mio foglio non avevamo avuto dubbi: Turchia. Traffico e Croazia Mi ero innamorata così tante volte dell’idea di passare trenta giorni in Turchia e adesso che sono qui, già la odio: caldo, troppo caldo, in aeroporto niente wifi, la contact person bloccata in facoltà a causa di un professore, io rimasta da sola in aeroporto con un collega croato appena conosciuto e dall’aria troppo ottimista, senza nessuna informazione su come raggiungere insieme Edirne… se il buongiorno si...
XLIX Congresso
Believe you can and you are halfway there. L’immancabile appuntamento SISMico si è celebrato anche questo autunno: dal 10 al 13 novembre la Sede Locale di Palermo ha ospitato il XLIX Congresso Nazionale del SISM, ribattezzato subito “IL Congresso”, giocando con la numerologia romana. La località scelta dall’Organizing Committee è stata l’Hotel Torre Artale sito a Trabia, in provincia di Palermo. L’evento si è sviluppato come consuetudine in quattro giorni, durante i quali hanno avuto spazio le attività in programma: dai momenti formativi alle sempre presenti sessione plenarie, dalle sessioni di Standing Committee alle discussioni più “tecniche” e “burocratiche”. L’inizio del Congresso è stato riservato alla ormai classica Conferenza di Apertura, che ha riscosso notevole successo tra i partecipanti. Il tema scelto è stato “Migrazione e Sanità”, un argomento sempre attuale che sta a cuore soprattutto ai siciliani. La discussione ha visto la partecipazione di docenti, autorità e competenti in merito. Per quanto riguarda gli aspetti più tecnici e burocratici del Congresso, tra i momenti salienti è necessario ricordare l’esposizione e la votazione degli End Term Report, la formazione del nuovo Team of Official (TO) 2016/2017 e il passaggio ad Associazione di Promozione Sociale (APS). I primi due momenti fanno parte del “passaggio di consegne” tra vecchio e nuovo TO (il boarding del SISM, costituito dal Consiglio Nazionale e i Coordinatori delle Support Division), e tra vecchi e nuovi...
L’evoluzione della Salute Pubblica: Dal 1796 ad oggi
Carissimi Lettori e Lettrici di Zona SISMica, in quest’ultimo numero del 2016 voglio ripercorrere a grandi linee la storia e l’evoluzione della Salute Pubblica dal 1796, anno in cui Jenner ebbe l’intuizione del meccanismo della vaccinazione, ad oggi. Se nel 1796 si intuì il concetto di vaccinazione, solamente agli albori del 1900 si dimostrò scientificamente questo meccanismo che successivamente portò alla produzione dei vaccini e alla conseguente eradicazione delle più temibili malattie infettive che affligevano le popolazioni mondiali. Oggi però alcune di queste malattie rischiano di riemergere poiché si rinuncia, in maniera irresponsabile per sé e gli altri, alle vaccinazioni, andando dietro a menzogne di stampo più o meno medico: la più celebre di queste appartiene al medico inglese Andrew Wakefield che pubblicò su Lancet un ipotetica correlazione fra il vaccino MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia) e l’autismo*. Altra tematica su cui la Salute Pubblica ha avuto una grande evoluzione è quella relativa alla Sessualità e alla Salute Riproduttiva. Nel 1993 il film “Philadelphia” ha mostrato la drammaticità dell’AIDS portandola sul grande schermo e aiutandola ad uscire dal ristretto confine della comunità omosessuale, celeberrimo per l’appunto l’acronimo G.R.I.D, e a mostrarla alla globalità della popolazione. Ad oggi nel 2016 sono disponibili cure che garantiscono un’ottima qualità di vita, permettendo di tenere sotto controllo il virus e migliorando dopo “anni di stigma” la percezione della malattia. Altro tema di grande importanza...
Film per il primo dicembre, per il World AIDS Day
“Che noia”. Questa è la frase che mi è capitato di sentire più spesso parlando del primo dicembre, giorno in cui ricorre il World AIDS Day, la giornata mondiale di sensibilizzazione sulla pandemia da AIDS e HIV. Dato che parlare di malattie sessualmente trasmesse al giorno d’oggi non è più un tabù – o per lo meno così pare – è opinione comune che ormai tutto ciò che c’era da dire su HIV e AIDS è stato detto, quindi non ha più senso parlarne; per un motivo o per un altro si pensa che tutto il mondo conosca qualcosa riguardo la malattia, come si trasmette, come agisce il virus dell’HIV nell’organismo umano e così via. Eppure, come mai ancora oggi abbiamo 36,7 milioni di persone nel mondo che vivono con l’HIV? Come mai più del 40% delle persone sieropositive non conosce il proprio stato sierologico? Come mai più del 10% delle persone sieropositive denuncia che è stato loro negato l’accesso alle cure? Come mai accade ancora che una persona sieropositiva venga licenziata oppure rifiutata durante un colloquio di lavoro per via del suo stato sierologico? Evidentemente qualcosa nel discorso fatto dai più non torna. Evidentemente è ancora possibile e soprattutto doveroso parlarne. La SCORA ha a cuore da sempre questo tema e non è un caso che ci si prenda l’impegno di parlarne quanto più possibile di modo che...
Dasvidania, Russia!
Durante tutto il mese che ho passato in Russia, le persone mi hanno chiesto quale fosse stato il motivo che mi aveva spinta a scegliere questo paese. Ogni volta trovavo qualche difficoltà nel rispondere. Ora, dopo avere concluso il mio scambio, posso provare a trarre qualche conclusione e a spiegare, a posteriori, questa scelta. Ho scelto la Russia perché cercavo un Paese non troppo distante geograficamente, ma abbastanza differente dal punto di vista culturale. La città a cui sono stata assegnata era Samara, non per mia scelta. Se all’inizio ero stata disorientata da questo destino, guardando indietro non posso che essere felice di tutto questo. In questa città con oltre un milione di abitanti, distante due ore di volo da Mosca, a un fuso orario di distanza verso l’Asia e quasi al confine con il Kazakistan, le mie aspettative nei confronti dello scambio sono state ampiamente, meravigliosamente attese. Mi sono ritrovata in un paese in cui quasi nessuno parla l’inglese, dove anche l’alfabeto è diverso, ma che mi ha fatta sentire sempre accolta, sempre coccolata. Samara non è Mosca, o San Pietroburgo (città bellissime, visitate dopo avere finito lo scambio sfruttando tutta la durata del visto, che hanno incantato i miei occhi e rapito il mio cuore) ma anche per questo, o forse proprio per questo, mi ha portato un’idea più vera del Paese che avevo scelto. É una...
Incroci
Come mai hai deciso di imbarcarti in quest’avventura? Sono andato perché sentivo l’esigenza di capire meglio, avevo la sensazione di percepire solo un piccolo tassello di una grande verità e per comprenderla più a fondo dovevo andare a Idomeni. Prima di arrivare immaginavo di trovare una catastrofe umanitaria, ed in parte lo è stato, ma questa realtà ha avuto molte altre facce. Idomeni era un villaggio, una vetrina di fallimenti politici, un laboratorio di collaborazione tra volontari, un miscuglio di etnie e religioni, un luogo dove si soffriva, si sperava, si raccontavano storie, un luogo di resistenza. Idomeni per me è molto difficile da raccontare, cercherò di farlo (sperando di non sembrare patetico o ripetitivo) per provare a spiegare quanto queste persone siano uguali a noi. Con che associazione/gruppo hai deciso di partire, perché hai scelto proprio quello/quella? In pratica, qual era il tuo ruolo e quali mansioni svolgevi quotidianamente? A marzo, quando sono arrivato la prima volta, si erano da poco chiuse le frontiere, quindi quel campo di grano e papaveri non era più un punto di passaggio bensì un luogo dove le persone cominciavano a stabilirsi. Qui mi ha accolto un’associazione americana (SCM medical mission) affidandomi il compito di assistere dei medici presenti nella raccolta dati anamnestici dei pazienti in fila con l’aiuto di un interprete. I migranti parlavano arabo, curdo, farsi, afghano e le file di persone...
Il viaggio verso la strada
EDUCAZIONE SESSUALE ALLE PROSTITUTE: la nuova frontiera della peer education “Sono sempre più numerose!” “Io non so come la gente possa andare con loro” “Se non ci fossero i mariti non tradirebbero” “Quanto costerà farsi fare un servizietto?” “Che schifo portano l’Aids” Quante volte vi sarà successo di sentire queste frasi e magari qualcuna di queste l’avete detta voi ai vostri amici. Negli ultimi anni, con la crisi africana e l’aumentare dei flussi migratori, si è, purtroppo, enormemente incrementato il fenomeno della tratta di essere umani e in particolare delle giovani donne che vengono sfruttate come sex workers. Questo evento sta diventando una vera e propria emergenza della quale però, nessuno parla. Sono argomenti che vengono censurati dall’opinione pubblica, venendo usata dal governo la scusa del tabù per non affrontare queste problematiche. Dopotutto, “perché bisogna aiutarle? Sono solo delle puttane“. Si usano frasi come questa per stigmatizzare e discriminare questa categoria, arrivando anche a negare loro aiuto e sostegno. Ci siamo, però, mai chiesti quale sia la storia che c’è dietro a quei tacchi alti e quelle gonne corte e trasparenti? La situazione è quasi sempre la stessa: sono tutte giovani ragazze proveniente dalla periferia di Benni city, città della Nigeria. Vengono approcciate da altre donne che le illudono di poterle aiutare. Sono le figlie più grandi di una famiglia in cui i genitori sono morti e hanno la...
L’importanza degli Eventi Nazionali “Minori”: il TIPE 10
Dal 29 settembre al 2 ottobre, a Cavazzo Carnico (UD), ospitato dalle SL di Padova ed Udine, si è tenuto il TIPE 10. A più di un mese dalla fine dell’evento, raccogliamo i pensieri di Giuseppe Quatrosi, Coordinatore Nazionale del Progetto TIPE: <<Oggi, a più di 4 anni dal mio primo Evento Nazionale (il TIPE 6 della SL di Cagliari), se mi chiedessero “Cosa vuol dire fare SISM per te?” io risponderei “Star seduto per terra, in cerchio, con amici e cercare di cambiare il mondo partendo da te stesso”. Questa risposta non è stata maturata negli anni, bensì consolidata da quel primo evento in poi. Quest’anno ho ricoperto l’incarico di Coordinatore Nazionale del Progetto TIPE – Training Italiano in Peer Education, un evento che negli anni mi ha segnato sia dal punto di vista della formazione, sia dal punto di vista emotivo. Il TIPE, un evento che ha accompagnato gli ultimi quattro anni della mia vita, non ha avuto lo stesso impatto degli anni passati. Non sono stati quattro giorni di pure emozioni, quattro giorni di scoperta e riscoperta: quest’anno il TIPE è stato anche un anno lungo, passato dietro un pc o al telefono. Non è stato solamente un evento, concreto e tangibile; è stato anche una Project Proposal da modificare, delle mail a cui rispondere, soluzioni alternative da studiare. Sarò stato ingenuo quando mi sono candidato,...
La Generazione V
Il Training for New Trainers non è solo un corso di formazione. Si tratta di un’esperienza, di uno stimolo, dell’inizio di un percorso. Il TNT ha un inizio, ma non una fine; dura per tutta la vita associativa. Non ha uno scopo necessariamente unico per tutti, ma è costruito in modo che ogni partecipante possa ricercare e raggiungere il proprio obiettivo, quello che veste meglio, entro certi limiti. Cerchiamo di capire, però, il momento storico in cui il TNT 5.0 si è collocato. L’educazione non formale immerge le proprie radici nel SISM da non pochi anni ormai, nel lontano 2007. A quei tempi pochi training (scarsamente seguiti), venivano proposti da Trainer IFMSA. In quell’anno, tuttavia, l’ex NORA/NORP Federico Longhini scoprì l’International Peer Education Training, portando la peer in Italia e proponendo quindi il TIPE 1. Allora la situazione era differente: l’evento era costruito in modo completamente diverso da oggi, con diversi obiettivi. La necessaria propedeuticità del corso di malattie infettive dimostrava ancora un forte legame con l’educazione formale, universitaria, riconosciuta come l’unico solido riferimento per l’acquisizione di competenze. Possiamo però identificare in questo anno l’inizio dell’Educazione Non Formale, o meglio, della Peer Education nel SISM. Parallelamente, già nel 2006, nacque il Labmond. Con l’importazione della NFE, si sentiva sempre più l’esigenza di utilizzare questa nuova scoperta e sostituire parzialmente (ma gradualmente) l’approccio frontale, favorendo la crescita dei Gruppi di...
Quello che non ti aspetti dalla gastroenterologia
Questo articolo ha visto la luce perchè mi piace condividere le mie esperienze formative – universitarie e non – con qualunque sfortunato conoscente mi capiti a tiro: essenzialmente gli/le “vomito addosso arcobaleni”. Ben inteso, solo quando suddette esperienze sono utili o ritenute tali. Per cui quando Arianna, mia amica e collega, mi ha proposto di estendere il getto di arcobaleni su Zona SISMica ho pensato: “Perché no? La parte difficile sarà rendere giustizia ai fatti.” Dal 12 Aprile 2016, presso l’Università di Parma, è partito un ciclo di conferenze organizzate dal Prof. Francesco Di Mario (docente del corso di gastroenterologia per il CL in Medicina e Chirurgia di Parma) dal titolo “Alla frontiera della gastroenterologia: La parola ai protagonisti”. Finora si sono svolti cinque dei sei incontri previsti, l’ultimo dei quali – su cui mi concentrerò – è avvenuto l’8 Novembre. L’argomento trattato dal Professor Massimo Rugge (docente presso l’Università di Padova) è stato riassunto con il titolo: “Lo stomaco spiegato dal patologo”. Il professore ha iniziato con una frase che mi è rimasta impressa: “Non c’è nulla di troppo difficile da spiegare”. E in effetti la conoscenza non è difficile: le spiegazioni più d’impatto sono le più semplici, con pochi fronzoli. La conferenza è stata incentrata sull’evolversi delle patologie gastriche: da come una semplice gastrite può degenerare in una neoplasia, a seconda di determinanti in parte genetici (predisposizione)...
Clerkships. Un Assistant e un Outgoing a confronto
Molti amici mi avevano parlato della Campagna Scambi, la maggior parte dei quali per esperienza vissuta. Ciò che mi incuriosiva di più era il fatto che, nonostante avessero svolto lo scambio in paesi ‘scunchiuruti’ (come diciamo qua a Catania… insomma non di certo i primi in cui penseresti di farti un giro!) ne tornavano super entusiasti. Così, nel Maggio 2015, ho iniziato a frequentare il LEO/LORE Team : l’Agosto successivo avrei accolto e accompagnato gli incomings durante la loro Clerkship qui a Catania. L’idea mi rendeva un po’ nervosa in realtà, e temevo di non riuscire poi a preparare materie per la sessione di Settembre… ma non posso sempre rovinarmi la vita sui libri, ho pensato, ho pur sempre 22 anni! Beh, sapete che vi dico? Agosto è stato indimenticabile e ho pure dato Pneumologia ed Ematologia con ottimi risultati. Vivere lo scambio dall’interno mi ha insegnato moltissimo, sia a livello culturale che come occasione per diventare più responsabile.. Ho conosciuto ragazzi da varie parti del mondo (Marocco, Polonia, Lettonia, Spagna, Giappone, Repubblica Ceca, Russia, Tunisia per fare degli esempi), ho cercato di non farli sentire lasciati a se stessi, di risolvere eventuali piccoli loro problemi che si presentavano nel corso del mese, e ovviamente di farli divertire! Tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie alla magnifica coesione che si è creata all’interno del nostro gruppo di assistant. È anche...
Vorrei, ma non pos(t)so
Questo sarà un pezzo diverso dal solito, cosa forse già nota dal titolo che riprende quello di un tormentone estivo. Chi scrive è una ragazza che sin da piccola diceva che da grande avrebbe fatto sia il medico sia la scrittrice. Entrambe le cose, assieme: non avrei rinunciato a nessuna delle due, mai, perché sentivo che se ne avessi fatto solo una non avrei vissuto al pieno delle mie potenzialità e mi sarei sentita incompleta. Nessun compromesso, nessuna incertezza, i miei due sogni non hanno mai viaggiato l’uno in modo divergente dall’altro, scontrandosi con la mia coscienza o con la realtà, ma si sono incontrati e hanno permesso di essere una cosa sola non appena ho avuto l’occasione per scrivere per Zona SISMica. Scrivere per Zona SISMica mi ha permesso di mettermi in gioco, superando quello che per me era un passo di montagna a dir poco invalicabile: provare a far qualcosa di utile, di concreto, proprio come quello che voglio fare donando la mia vita come medico, ma stavolta grazie alle parole, ossia quel mezzo che mi permette anche di sognare e di vivere altre vite oltre alla mia, come narratore e come personaggio. Una parte di me sorride pensando nello scrivere queste parole proprio nel mese di novembre, il mese in cui cade ogni anno una specie di sfida con se stessi, per ogni persona che...
IVG nel 2016: Diritto delle Donne o dei Ginecologi?
Carissimi Sismici e Sismiche dello Stivale, questo mese SCOPH e SCORA si uniscono per approfondire la questione morale relativa all’interruzione volontaria di gravidanza. Sebbene in questo specifico caso sia stato dimostrato un nesso di non causalità fra la mancata interruzione di gravidanza e la morte della mamma e dei due nascituri, i recenti fatti di cronaca avvenuti a Catania hanno riportato alla luce questa tematica, riaprendo un dibattito sempre acceso. È una questione indubbiamente spinosa e il nostro compito non sarà quello di dare una verità assoluta al riguardo o di ergerci a giudici della situazione. Il giornalismo che diventa sciacallaggio non è la prerogativa che ci prefiggiamo, quanto più quella di provare a dare degli spunti di riflessione. L’aborto è nato per così dire assieme all’uomo, giacché sono sempre esistite le gravidanze indesiderate. Nel corso dei secoli si è arrivati al Novecento, periodo storico in cui fu portata avanti l’idea che lo Stato dovesse garantire alla donna il diritto di poter decidere in modo del tutto autonomo se interrompere la propria gravidanza. La legge in Italia che garantisce il diritto a ogni donna di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza è la legge 194 approvata il 22 maggio 1978: l’interruzione di gravidanza è permessa gratuitamente e nelle strutture pubbliche entro certi limiti temporali e secondo una procedura medico-ospedaliera ben definita. Fino al 1975 l’aborto era in Italia ancora una...
Mutilazioni Genitali Femminili: una questione scientifica e culturale
Cosa sono? Questione Scientifica:Con la sigla MGF (o FGM in lingua inglese), che sta per Mutilazioni Genitali Femminili, si intendono tutte le pratiche che implicano la parziale o totale rimozione dei genitali esterni femminili o qualunque altra lesione praticata sui genitali femminili per ragioni non terapeutiche (definizione secondo WHO). Le MGF vengono classificate in 4 tipi principali: – Tipo 1 (clitoridectomia): consiste nella parziale o totale rimozione del clitoride o, in casi molto rari, del solo prepuzio clitorideo – Tipo 2 (escissione): consiste nella parziale o totale rimozione del clitoride e delle piccole labbra con o senza rimozione delle grandi labbra – Tipo 3 (infibulazione): consiste nella pratica di restringere l’orifizio vaginale mediante escissione e riposizionamento delle piccole labbra (o grandi labbra), talvolta mediante sutura; può includere o meno la rimozione del clitoride -Tipo 4: quest’ultima tipologia include qualunque altra procedura causante danno ai genitali femminili eseguita a scopi non terapeutici quali la puntura, la perforazione, il piercing, l’incisione, i graffi o le cauterizzazioni. Con il termine deinfibulazione, invece, ci si riferisce alla pratica di riapertura chirurgica dell’orifizio vaginale cicatrizzato a seguito di una infibulazione. Si stima che ad oggi più di 200 milioni di donne e bambine vivono con una MGF nelle zone in cui tale pratica è maggiormente diffusa quali l’Africa centrale e alcuni paesi del Medio Oriente e dell’Asia; i Paesi con un incidenza del fenomeno...
Mutilazioni Genitali Femminili: una questione scientifica e culturale
Cosa sono le mutilazioni genitali femminili ? Questione Scientifica: Con la sigla MGF (o FGM in lingua inglese), che sta per Mutilazioni Genitali Femminili, si intendono tutte le pratiche che implicano la parziale o totale rimozione dei genitali esterni femminili o qualunque altra lesione praticata sui genitali femminili per ragioni non terapeutiche (definizione secondo WHO). Le MGF vengono classificate in 4 tipi principali: – Tipo 1 (clitoridectomia): consiste nella parziale o totale rimozione del clitoride o, in casi molto rari, del solo prepuzio clitorideo – Tipo 2 (escissione): consiste nella parziale o totale rimozione del clitoride e delle piccole labbra con o senza rimozione delle grandi labbra – Tipo 3 (infibulazione): consiste nella pratica di restringere l’orifizio vaginale mediante escissione e riposizionamento delle piccole labbra (o grandi labbra), talvolta mediante sutura; può includere o meno la rimozione del clitoride -Tipo 4: quest’ultima tipologia include qualunque altra procedura causante danno ai genitali femminili eseguita a scopi non terapeutici quali la puntura, la perforazione, il piercing, l’incisione, i graffi o le cauterizzazioni. Con il termine deinfibulazione, invece, ci si riferisce alla pratica di riapertura chirurgica dell’orifizio vaginale cicatrizzato a seguito di una infibulazione. Si stima che ad oggi più di 200 milioni di donne e bambine vivono con una MGF nelle zone in cui tale pratica è maggiormente diffusa quali l’Africa centrale e alcuni paesi del Medio Oriente e dell’Asia; i...
Workshop sul conflitto di interessi
Il conflitto di interessi è un tema di cui il SISM ha sempre discusso, mirando a formare futuri medici che mettano la salute del paziente prima di tutto il resto, offrendo la migliore cura possibile in accordo con la propria etica professionale e senza alcuna influenza esterna. Questo argomento è un punto cardine anche del Codice Deontologico a cui tutti i medici devono fare riferimento, ma a cui poche volte viene data una vera importanza, soprattutto nelle nostre Università. Negli ultimi tempi si è aperto un vero e proprio dibattito sul tema del Conflitto di interessi in Medicina, partito dalla presentazione di una serie di casi che dimostrarono come alcune pubblicazioni di risultati di ricerca fossero state “inquinate” dalle case farmaceutiche. Emerse l’esistenza di interessi economici per il ricercatore, la mancata trasparenza nella trasposizione dei dati, una falsata valutazione economica dei farmaci e delle tecnologie, la pubblicazione selettiva degli studi positivi con influenze verso autori di studi i cui risultati non erano graditi agli sponsor. Da questo scaturì la presa di posizione di alcuni editori di riviste mediche che hanno annunciato che, in futuro, pubblicheranno articoli di studi clinici sponsorizzati da case farmaceutiche solo se gli autori accertino che hanno avuto pieno accesso a tutti i dati dello studio e si assumano tutta la responsabilità dell’integrità e dell’accuratezza di analisi dei dati. Proprio per questo, l’evento che si svolgerà...
Arriva dove vuoi, non solo dove puoi
A volte tutto parte da una semplice e piccola idea. Qualche tempo fa sentii parlare del Famulus Nursing, progetto attraverso il quale far accedere gli studenti ancora in età pre-tirocinio in ospedale al seguito di un tutor di infermieristica che facesse da guida nell’apprendimento e nell’esecuzione di quelle tecniche pratiche che noi studenti di medicina ci sogniamo la notte. Rimasi sconvolto. Non solo per il lato accademico-formativo della questione, ma anche e soprattutto perché permetteva di andare a scavare a fondo dentro l’interprofessionalità, che da anni mi affascina e mi fa sorgere domande e questioni sul modo in cui le nostre università e i nostri ospedali gestiscono questi ruoli, così legati e così troppo spesso posti su piani opposti – tanto da osservarne le conseguenze nelle aule, nelle parole acide dei diversi professionisti delle diverse categorie gli uni contro gli altri, ma soprattutto negli studenti. Noi studenti, che dovremmo essere la voce nuova, la voce giovane portatrice di apertura, accoglienza, forza e spirito di squadra. Noi, invece, spesso ci troviamo ad essere i primi a guardarci come se appartenessimo a due specie umane distinte e inavvicinabili. Non potevo stare fermo. Non potevo non innamorarmi. Lo volevo. Lo volevo nella mia università, volevo che una modalità nuova si inserisse nella nostra formazione. Volevo che fossimo uniti, che ci fosse compattezza, che fin dagli anni dello studio si creasse una Equipe,...
Taiwan – Touch your heart!
Il giorno dell’assegnazione delle mete continuavo a ripetere compulsivamente la domanda che mi tormentava da una settimana: “Taiwan o Paraguay?”. Avevo raccolto i racconti delle persone che avevano fatto lo scambio negli anni precedenti e non riuscivo a scegliere. “Ciranni, che meta?” Panico. Cosa faccio? Adoro l’America Latina ma non sono mai stata ad Oriente. Indecisione mortale. “Ragazzi, cosa faccio?” Una voce amica accanto a me suggerisce “Taiwan, dai!”. Ed è così che è iniziato il mio terzo scambio, nonché l’avventura più bella che abbia mai vissuto. Sono partita la mattina dopo la mia festa di laurea con appena un’ora di sonno alle spalle. Atterrata a Taipei ho conosciuto Chihyi, la mia Contact Person, persona incredibilmente generosa, accogliente, terribilmente distratta, incosciente quanto basta e con una miriade di passioni. Uscita dall’aeroporto ho fatto i conti con l’estrema umidità che caratterizza quest’isola: il primo respiro all’aria aperta è stato faticoso come il primo respiro della mia vita, i capelli hanno assunto la forma di quelli di Mafalda, i miei vestiti e la mia pelle si sono ricoperti di uno strato acquoso che avrebbero conservato per l’intero mese. Il dormitorio in cui vivevo era quello dello staff dell’università militare che mi aveva accettata per lo scambio. La stanza era estremamente spartana, sporca e con l’aria condizionata costantemente a 23°C. In un paio di giorni, dopo le pulizie e con un minimo...
Tumore della mammella: informazione e prevenzione in pillole.
Molti già sapranno (chi poco, chi tanto) qualcosa sul tumore alla mammella, ma credo che sia sempre un bene parlarne poiché essere informati permette di avere maggiore consapevolezza data dalla sensibilizzazione al tema, al fine di una migliore e tempestiva prevenzione e/o diagnosi precoce, che si rivela utilissima. Spesso si tende a sottovalutare qualcosa che è mediamente alla portata di tutti a carattere informativo, perché “tanto ormai ne parlano tutti”, con la tendenza a definirlo come un qualcosa di “normale”, conosciuto, ma non è così, visto che la disinformazione è ancora notevole. Non è un caso che abbia scelto di parlarne questo mese, visto che ottobre è il mese della prevenzione di questo male. Il tumore alla mammella rappresenta attualmente la più frequente neoplasia maligna della donna (è possibile riscontrarla anche nell’uomo, ma essendo meno frequente rispetto alle donne tende a essere del tutto trascurato, come se non potesse esser possibile, il che è falso), dovuto alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule anomale della ghiandola mammaria, che si trasformano in cellule maligne. Tali cellule hanno la capacità di diventare metastasi ovvero di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti dove possono riprodursi e generare altri tumori. Credits Netter Images Molti studi hanno rilevato una correlazione tra aumentata morbilità e mortalità e il ritardo della diagnosi – e conseguente trattamento del carcinoma – e spesso...
Polistena: una storia che cambia
I singoli fili di una trama sono consapevoli di ciò che, insieme, creano? Ciascun nodo di una rete ha idea di quanto resistente sarà quella, nel complesso? E quand’è che il blu smette di esser tale per sfumare nel verde? Polistena è stata l’occasione per prendere coscienza di questo. Lunedì 1 Agosto, infatti, proprio nella città reggina è iniziato il campo tematico di Libera “Diritti negati e corruzione in ambito sanitario”, organizzato da Massimo Brunetti, membro del progetto” Illuminiamo la Salute” e responsabile del settore Prevenzione Corruzione e Trasparenza dell’Ausl di Modena e Antonio Napoli, socio fondatore della cooperativa Valle del Marro, nata ufficialmente nel 2004 in seguito all’opportunità offerta dalla legge 109/96 e da un progetto di Libera sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia. L’inizio di questo percorso affonda le radici nel vissuto di giovani che all’interno della propria famiglia, nell’associazionismo, nel cortile dell’oratorio, scelgono di combattere la mentalità mafiosa. Il denominatore comune che ha spinto ciascuno di noi partecipanti, studenti o lavoratori nel settore medico, a partire, è stata la voglia di venire a contatto con aspetti differenti di un ambiente che è e sarà quotidiano impegno, oltre che impiego, anche quelli meno visibili e chiari e avere la possibilità di sentire un territorio spesso soggetto a pregiudizi, preconcetti e distanze, che rischiano di far percepire, al di fuori di esso, un’immunità soltanto fittizia. La...